Antonio Stoppani può essere ricordato come il primo geologo italiano a vestire i panni del divulgatore scientifico, grazie alla pubblicazione del suo “Il Bel Paese”.
La vita di Stoppani in breve
Stoppani nacque il 15 agosto 1824 in una famiglia molto numerosa in una casa di piazza XX settembre a Lecco. A undici anni fu ammesso al Seminario di Castello (rione della Città manzoniana) e successivamente proseguì gli studi presso i Seminari Arcivescovili di Seveso, Monza e Milano.
Nello 1848 fu ordinato Abate e, nello stesso anno, scese in prima linea durante le “cinque giornate” di Milano. Stoppani era infatti un convinto sostenitore dell’Unità d’Italia e per questo ebbe qualche problema con gli austriaci durante il suo lavoro d’insegnante.
Dal 1848 al 1853 fu professore di grammatica latina presso il Seminario di San Pietro Martire, dal quale fu infine allontanato per la sua posizione apertamente antiaustriaca.
Fu precettore per la famiglia Porro a Como e poi Milano; riuscì poi a tornare ad abilitarsi all’insegnamento nel 1859, quando ottenne – all’università di Pavia – la prima cattedra italiana di geologia. Determinante fu in tal senso anche la sua famosa pubblicazione “Studi geologici e paleontologi sulla Lombardia e della Paleontologie Lombarde”.
Divulgare per lui era molto importante e per questo, pur continuando a scrivere studi e libri, collaborò alla fondazione del Museo Civico di Scienze Naturali di Milano, di cui fu direttore dal 1882 fino alla sua morte.
Quando nel 1863 Quintino Stella fondò il Club Alpino Italiano, l’Abate Stoppani – da buon appassionato alpinista – rispose subito positivamente e aderì. Dieci anni dopo divenne il primo presidente della sezione di Milano e nel 1874 fu eletto anche in quella di Lecco, ma rinunciò alla carica, che fu presa da Giovanni Pozzi.
Seguace delle teorie di Antonio Rosmini, sosteneva la compatibilità della scienza moderna con la fede e anche il possibile patto tra Stato e Chiesa.
Morì il 1° gennaio 1891 a Milano, ma fu sepolto a Lecco, al cospetto dei suoi monti.
La nave scuola dell’Abate geologo
Il suo libro “Il Bel Paese. Conversazioni sulle bellezze naturali, la geologia e la geografia fisica d’Italia” fu usato per lungo tempo in tutte le scuole d’Italia come testo divulgativo di scienze naturali.
Quest’opera nasce proprio per permettere a più persone possibile di avvicinarsi alle bellezze del Paese, accomunando la scienza alla poesia, ed è così che il libro prende forma come una serie di 29 serate (successivamente aumentate di cinque) nelle quali uno zio amante della natura intrattiene un gruppetto di nipoti con curiosità sui luoghi, aneddoti e appunti di viaggio.
“ero da piccino un grande incettatore di sassolini, un grande osservatore di formiche, di mosche, di ragni. In seguito divenni studioso di montagne e raccoglitore di fossili, cominciai a farmi un museo di conchiglie, di minerali, di petrefatti, senza quasi sapere che cosa mi facessi… Ai miei tempi l’insegnamento della storia naturale era quasi affatto sconosciuto… se mi diedi in appresso a coltivare la storia naturale, fu, io confesso, per semplice diletto, senza dare io stessa importanza a’ miei studi… ma a poco a poco mi accorsi che io avevo torto; che la storia naturale occupa uno dei primi posti dell’ordine delle scienze…”
Stoppani descrive così, nella serata XXIX de “Il Bel Paese”, la sua passione infinita per le scienze naturali che lo porteranno a fare scoperte che hanno segnato inevitabilmente l’approccio alla geologia e alla speleologia odierna.
La geologia del 1800
Essere nato a Lecco ha certamente aiutato la passione di Antonio Stoppani come Abate geologo: fin dai primi anni di studio, infatti, passava il tempo girovagando per i monti raccogliendo rocce e fossili. Fu addirittura coniato il termine “stoppanizzare” per intendere che dopo il suo passaggio non restava più nulla da raccogliere. Nel 1857 pubblicò “Studi geologici e paleontologici sulla Lombardia colla descrizione di alcune nuove specie di pesci fossili di Perledo e di altre località lombarde” con le teorie sulle glaciazioni dell’era quaternaria nelle quali vengono descritti fossili, tra cui quello che oggi è conosciuto come Lariosauro. Grazie alle sue ricerche sulle Prealpi, Stoppani guadagnò la fama di valente geologo e la stima di scienziati italiani e stranieri.
Curiosità
Il suo libro più famoso, “Il Bel Paese”, fu scritto nel 1876e prese il nome dei versi di Petrarca
“il bel paese
ch’Appennin parte e ‘l mar circonda et l’Alpe” (Canzoniere, CXLVI, versi 13-14)
Anche se il primo poeta a utilizzare il termine fu il sommo Dante
“del bel paese là dove ‘l si suona” (Inferno, canto XXXIII, verso 80)
Il termine viene usato ancora oggi come sinonimo d’ Italia, ma forse non molti immaginano che il libro stesso ispirò una prelibatezza lombarda: il formaggio omonimo prodotto dalla Galbani.
Egidio Galbani, nato a Milano nel 1906, notò che dal salumiere c’erano solo formaggi francesi, così decise di produrne uno che potesse fare concorrenza in termini di qualità con essi. Nacque così il prodotto caseario “il Bel Paese” che possiamo mangiare ancora oggi.
Tra i nipoti di Antonio Stoppani ci furono personaggi che segnarono diversi rami dell’arte e della società, come il pittore Giovanni Battista Todeschini e Maria Montessori, educatrice nota per il suo modello educativo.
In ricordo di Antonio Stoppani, l’Abate geologo, sono stati dedicati dei rifugi montani:
-alle pendici del Resegone, montagna lecchese per eccellenza, a 890 m di quota si trova il rifugio Antonio Stoppani e una delle cime della stessa montagna è intitolata all’Abate geologo,
– sulle Dolomiti di Brenta esiste un altro rifugio Stoppani al Grosté, a ben 2500 m di quota.
Recenti scavi sul Grignone hanno portato alla luce un nuovo pesce fossile, che è stato chiamato con il nome “Stoppania”.