Il 25 marzo 1529 avvenne il miracolo del Crocifisso di Como dal quale nacque una devozione ancora oggi molto diffusa nel Comasco, dopo quasi 500 anni.
Storia del miracolo
Il Giovedì Santo, solennità dell’Annunciazione a Maria, che nel 1529 ricorreva il 25 marzo, i Confratelli dell’Annunciata iniziarono come tutti gli anni la processione guidati dal Crocefisso a visitare le sette chiese dove era riposto il SS. Sacramento.
Dirigendosi verso la chiesa di Santa Chiara e San Rocco, al ponte di San Bartolomeo (attuale via Milano, all’altezza della chiesa dedicata al Santo) la strada era chiusa da due catene sovrapposte. Queste catene erano state messe dal governatore spagnolo per impedire l’entrata in città della cavalleria francese. Le estremità delle catene erano attaccate da grossi anelloni in ferro, fissati ai muri laterali del ponte.
Le guardie presenti sul ponte negarono la possibilità di rimuovere le catene, ma i Confratelli potevano passarci sotto e proseguire la processione. Quando la croce fu inchinata per farla passare sotto alle catene, quella superiore si strappò trascinando con sé la pietra alla quale era ancorata. I testimoni, allibiti, dichiararono:
“cento paia di buoi non avrebbero tratto fuori detto anello”
“le pietre ove era affisso l’anello erano murate con calce stabile e ferma”
La devozione a Como oggi
Il miracolo del Crocifisso di Como premiò la fede dei Confratelli dell’Annunciata e da allora moltissimi fedeli si rivolgono al Crocifisso per rendere grazie o invocare la sua protezione. Nella tradizione popolare il Crocifisso di Como è chiamato “Ul signuur de Comm” ed è custodito presso il Santuario di Viale Varese.
A processo canonico concluso, istituito pochi anni dopo l’avvento del miracolo, finalmente il 1° febbraio 1608 il Miracolo delle Catene fu riconosciuto ufficialmente dalla Chiesa. In tutta la Lombardia, ma anche in altre regioni d’Italia, la devozione al Crocifisso di Como è molto forte, anche nel vicino Canton Ticino svizzero.
Il Crocifisso, come immagine miracolosa, è esposto in occasione della Settimana Santa per il consueto bacio dei fedeli. Il Venerdì Santo si porta il Santissimo Crocefisso in processione per le vie della città e il Vescovo dà la propria benedizione.
Sul luogo del miracolo fu eretta una cappelletta, ma fu demolita nel XVIII secolo; ad oggi rimane solo uno degli anelli con una lastra in marmo esplicativa al di fuori della chiesa di San Bartolomeo.
Ex voto e riconoscenza
All’interno della galleria del Santuario si possono ammirare numerosi quadri ex voto portati da pellegrini, gruppi di fedeli o persone durante tutto l’anno.
I comaschi stessi, nei momenti difficili, si sono affidati al loro Crocifisso per ottenere protezione, come durante le guerre mondiali e come perenne riconoscenza le fiamme di una lampada e di un cero votivo ardono costantemente all’interno del Santuario.
Essere usciti illesi dalle devastazioni e dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale fu un segno per la popolazione, la quale offrì una corona che fu posta a capo del Crocifisso il 17 giugno 1945 dal Cardinal Schuster. Sulla corona si legge la scritta
“Cives comenses gratias referunt tibi protegenti”
i cittadini comaschi da te protetti, ti rendono grazie.