“…Più su due miglia è Nesso, terra dove cade uno fiume con grande empito, per una grandissima fessura di monte…”.

Ecco quello che annotava Leonardo da Vinci nel suo “Codice Atlantico” sull’orrido di Nesso.

Il genio vinciano rimase ammaliato dai balzi rocciosi scavati dai torrenti Nosè e Tuf, che si uniscono in una cascata spettacolare prima di gettarsi nel lago di Como; un luogo che affascinò anche Alfred Hitchcock, che qui ambientò una scena del suo primo film muto del 1925, “The pleasure garden”, conosciuto in Italia come “Il labirinto delle passioni” o “Il giardino del piacere”.

L’orrido di Nesso è visibile da Piazza Castello, sulla Como-Bellagio, o dal ponte medioevale detto anche ponte della Civera; se dalla piazza si vuole raggiungere la riva del lago, è necessario percorrere una scalinata composta da ben 270 gradini.

Il dislivello totale, dall’inizio della cascata alle acque del Lario, è di circa 200 metri e fu sfruttato ampiamente durante i secoli da fabbriche e opifici che ne utilizzavano l’energia idraulica; l’Orrido è stato di importanza vitale per lo sviluppo dell’industria manifatturiera, mulini, cartiere, filatoi, oleifici, che fiorirono nel corso del tempo a Nesso.

Una romantica leggenda narra che chiunque si baci sotto al ponte dell’Orrido rimarrà per tutta la vita insieme. Attualmente, l’unico modo per passare sotto al ponte e conquistare l’eterna fedeltà – quantomeno secondo la leggenda – è per mezzo di un’imbarcazione privata.