Nel nostro Statuto associativo, abbiamo deciso di esprimere in modo molto chiaro il nostro riferimento filosofico e valoriale, sottolineando che l’Associazione si ispira al modello della decrescita. In Italia, questo movimento è più conosciuto con l’attribuzione dell’aggettivo “felice”, derivante dalla definizione di Maurizio Pallante, uno dei principali teorizzatori della decrescita in Italia, nonché fondatore e Presidente onorario del Movimento per la Decrescita Felice .

Il termine “decrescita” fu introdotto nel 2001 dall’economista e filosofo francese Serge Latouche come uno “slogan provocatorio”. “Decrescita” non è da intendersi come il contrario di “crescita”, ma – ci concederete di riprendere le parole estremamente chiare dello stesso Latouche, <<ha come oggetto soprattutto quello di sottolineare con forza l’abbandono dell’obiettivo della crescita per la crescita […] bisognerebbe parlare a rigore di “a-crescita”, come si parla di “a-teismo”, piuttosto che di decrescita. In effetti si tratta precisamente dell’abbandono di una fede, quella nel progresso, e di una religione, quella dell’economia, della crescita e dello sviluppo>> [La decrescita prima della decrescita, p. 9].

Nel corso degli anni, numerose sono le teorie – più o meno rigide – che sono state elaborate un po’ in tutto il mondo a partire da questo termine, ripreso persino da Papa Francesco nella sua Enciclica “Laudato Si’” [paragrafo 193]. Nell’immagine che ci siamo sentiti di condividere, sono sintetizzati alcuni dei punti principali della “decrescita felice” italiana, con i quali ci troviamo sostanzialmente d’accordo. In particolare, riteniamo che la strada della decrescita sia l’unica che possa consentire di ripristinare quell’equilibrio uomo – natura con tutto ciò che ne consegue in termini di danno ambientale.

La decrescita: una filosofia pratica

Per noi, l’aspetto fondamentale della decrescita coincide con il punto 4 di questo decalogo pubblicato dal Movimento per la Decrescita Felice, ovvero un rifiuto razionale di ciò che non serve. Questa è una frase che si apre sicuramente a una molteplicità di interpretazioni; noi crediamo che il primo passo per applicarla sia un semplice esercizio da fare, una semplice domanda da porsi prima di ogni acquisto: “ciò che sto acquistando mi serve davvero?”. Alcuni dei soci fondatori di questa Associazione hanno iniziato da questa domanda per rendere molto più essenziale e molto meno impattante il proprio stile di vita.

È proprio quando viene applicata che la decrescita acquista un senso, in quanto essa è una teoria che nasce per la pratica, una possibile risposta ai problemi ambientali, sociali ed economici del nostro tempo. La decrescita è un progetto per un mondo nuovo, che sia più inclusivo e meno discriminatorio, più cooperativo e meno competitivo, più finalizzato alla tutela del benessere di tutti che dei profitti di pochi, un mondo in cui l’ambiente in cui viviamo è considerato parte essenziale di noi stessi e non uno scomodo ostacolo al business-as-usual.

Una breve bibliografia

Ci sarebbe molto altro da dire su questa interessante teoria filosofica ed economica a cui noi ci ispiriamo dichiaratamente, ma servirebbe molto più spazio per raccontarvelo. Per chi volesse approfondire, consigliamo un breve elenco di letture:
– Serge Latouche, La scommessa della decrescita, 2007;
– Serge Latouche, Breve trattato sulla decrescita serena, 2008;
– Maurizio Pallante, La decrescita felice. La qualità della vita non dipende dal PIL, 2009;
– AA.VV., Immaginare la società della decrescita. Percorsi sostenibili verso l’età del doposviluppo, 2012;
– Mauro Bonaiuti, La grande transizione. Dal declino alla società della decrescita, 2013.