Questa sera vi proponiamo la lista dei 10 mesi più caldi a livello mondiale mai registrati dalla National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) in 140 anni di rilevazioni. Attenzione: con “più caldo” non intendiamo naturalmente il più alto valore assoluto, quanto il più alto scostamento dalla media mensile del XX secolo che fa da riferimento ai dati che seguono:
1- *marzo 2016 (+1,31° C)
2- *febbraio 2016 (+1,26° C)
3- marzo 2020 (+ 1,16° C)
4- febbraio 2020 (+1,16° C)
5- *dicembre 2015 (+ 1,16° C)
6- gennaio 2020 (+1,14° C)
7- *gennaio 2016 (+1,12° C)
8- *aprile 2016 (+1,12° C)
9- *marzo 2019 (+1,09° C)
10- marzo 2017 (+1,08° C)
Noterete immediatamente tre cose: i dieci mesi più caldi degli ultimi 140 anni sono compresi negli ultimi quattro anni e mezzo; i primi tre mesi del 2020 sono tutti in questa classifica; alcuni mesi sono contrassegnati da un asterisco.
Questo asterisco sta a significare che, durante quei mesi, era attivo un particolarissimo fenomeno climatico periodico, chiamato El Niño – Southern Oscillation (ENSO). ENSO è un’oscillazione periodica della temperatura della superficie oceanica nel Pacifico tropicale che ha enormi conseguenze sul clima del Sud America e persino dell’Australia. A livello globale, El Niño è in grado di causare una variazione nella temperatura media del pianeta: quando l’oscillazione è verso l’alto e l’acqua della superficie oceanica si scalda, la temperatura media del pianeta sale; quando, al contrario, l’oscillazione è verso il basso e l’acqua della superficie oceanica si raffredda (La Niña), la temperatura media del pianeta scende.
Registrare un caldo record a livello di media globale è dunque molto più probabile in un periodo nel quale è presente El Niño: è proprio (anche) a causa di un forte ENSO che i cinque mesi compresi tra dicembre 2015 e aprile 2016 fanno parte degli otto mesi più caldi mai registrati dal 1880.
Come vedrete, c’è però un problema: nei primi tre mesi dell’anno, El Niño non c’è stato. Il gennaio del 2020 è così stato il mese più caldo di sempre in assenza di ENSO ed è poi stato battuto immediatamente dal febbraio 2020, il quale a sua volta è stato raggiunto da marzo 2020. Come se ce ne fosse bisogno, quindi, continuiamo a ricevere segnali di un riscaldamento globale sempre più rapido.
Non analizziamo ulteriormente i dati presentati, che ci paiono abbastanza forti di loro. Aggiungeremo soltanto a questo intervento un’altra, piccola postilla: come specificato nelle prime righe del post, i dati sono riferiti alle medie mensili del XX secolo. Per fare un confronto con l’epoca preindustriale (1880-1900), dobbiamo aggiungere circa +0,18° C, il che ci porta alla conclusione che – per ora – il 2020 sta viaggiando a una media di +1,33° C rispetto agli ultimi due decenni del XIX secolo presi solitamente come riferimento.
Per rimanere sotto la soglia dei +1,5° C, insomma, non abbiamo molto margine. È necessario agire immediatamente.