Il 1986 è ricordato in tutta Europa e in tutto il mondo come l’anno in cui si consumò una delle peggiori tragedie ambientali della storia dell’umanità: il 26 aprile di quell’anno, infatti, il reattore 4 della centrale nucleare di Chernobyl esplose, liberando enormi quantità di radiazioni che causarono numerose vittime e danni duraturi in tutto il continente europeo.

Se per il 26 aprile 1986 esiste una memoria storica e sociale ben diffusa e radicata, lo stesso non si può dire per un’altra data dello stesso anno, vale a dire il 21 agosto. Quel giorno si consumò un’altra, immensa tragedia ambientale, questa volta però in una zona del mondo di cui ancor oggi si parla troppo, troppo poco: il Paese africano del Camerun.

La particolarità del lago Nyos

Il Lago Nyos è un laghetto che occupa il cratere di un vulcano quiescente. Le sue dimensioni non sono certo ragguardevoli: è, con i suoi 1,5 kmq di estensione, appena più grande del nostro Lago di Alserio (CO), anche se si distingue per la sua importante profondità, superiore ai 200 metri. Due sono le particolarità di questo lago: sotto il fondale, una sacca di magma lo rifornisce di enormi quantità di anidride carbonica; le sue acque, inoltre, più calde e leggere in superficie che in profondità, non si rimescolano verticalmente. Anche a causa della grande pressione dovuta alla profondità, la CO2 originata dalla sacca di magma non raggiunge mai – in condizioni normali – la superficie del lago e si accumula progressivamente, rendendo le acque profonde del lago Nyos sovrasature.

Questo, almeno, accadeva fino al 21 agosto 1986. Quel giorno, una frana o forse una piccola eruzione vulcanica causò il rapido rimescolamento verticale delle acque del fiume; l’anidride carbonica contenuta nelle profondità del lago risalì velocemente in superficie dove, non più sottoposta alla pressione che le permetteva di restare disciolta in acqua, si liberò in atmosfera. L’enorme massa di CO2, di un peso stimato dalle 100.000 alle 300.000 tonnellate, scese verso i villaggi vicini a causa dell’elevata densità dell’anidride carbonica, causando la morte per asfissia di 1.746 persone e di diverse migliaia di animali da allevamento in un raggio di 23 chilometri.

Altri laghi con le stesse caratteristiche

Oggi, sono conosciuti al mondo due laghi con le stesse caratteristiche del Lago Nyos: il Lago Monoun, in Camerun, e il Lago Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo. Il Lago Monoun generò, il 16 agosto 1984, un disastro simile a quello del Lago Nyos, ma di proporzioni decisamente inferiori; per quanto riguarda il Lago Kivu, una sua eruzione limnica darebbe luogo a un disastro terribile per proporzioni, a causa delle grandi dimensioni e dalle centinaia di migliaia di persone residenti nell’area. Quanto al Lago Nyos, tra il 2001 e il 2010 sono stati installati dei sifoni che pescano l’acqua dal fondo del lago e disperdono lentamente il gas che si accumula in profondità. Ogni ulteriore eruzione pare dunque essere scongiurata.

Che dire, però, delle conseguenze che possiamo trarre da questa storia? Parlavamo giusto pochi giorni fa di cattura e sequestro della CO2 e della problematica di trovare depositi geologicamente sicuri su una scala temporale lunghissima. Come possiamo stoccare decine, forse centinaia di miliardi di tonnellate di anidride carbonica in modo sicuro per centinaia di migliaia di anni? L’impresa di trovare depositi adatti per lo stoccaggio della CO2 che sequestreremo nei prossimi decenni non è certo di poco conto, poiché ci viene chiesto di pensare a lunghissimo termine, al fine di non mettere a repentaglio la vita delle generazioni future che calcheranno questo pianeta.