Sappiamo bene che una delle principali conseguenze dei cambiamenti climatici è l’aumento del livello del mare. Secondo l’IPCC, dal 1901 al 2010 il livello del mare si è innalzato di ben 19 cm, con un aumento medio di 1,7 mm all’anno. L’aumento si fa però sempre più veloce: dal 1993 al 2010, il livello del mare è salito a quasi il doppio della velocità, di 3,2mm all’anno (WG1, p. 287).

Quando si parla di aumento del livello del mare e si cerca di comprenderne le cause, bisogna innanzitutto fare un’importante distinzione sui ghiacci: è ben diverso trovarsi di fronte a del ghiaccio marino piuttosto che a delle calotte glaciali o a dei ghiacciai montani. Se infatti a sciogliersi è del ghiaccio marino, formatosi a causa del congelamento dell’acqua oceanica, il livello del mare non aumenterà a causa del fatto che quel ghiaccio fa già parte del mare stesso ed è già immerso in esso. Il ghiaccio marino si estende su buona parte dell’Oceano Artico e, per un’estensione comparabile, attorno all’Antartide, con uno spessore che raramente supera i 3 metri.

Il discorso è invece totalmente diverso se a sciogliersi è del ghiaccio contenuto in una calotta glaciale o in un ghiacciaio montano: in questo caso, l’acqua intrappolata sulla terraferma sottoforma di ghiaccio raggiunge il mare e determina, in enormi quantità, un aumento del suo livello. Le due calotte glaciali presenti sulla Terra sono in Antartide e in Groenlandia, mentre i ghiacciai montani interessano diverse zone del mondo in tutti i continenti.

Ciò che comunemente indichiamo come “scioglimento dei ghiacciai” parrebbe dunque essere la causa unica dell’aumento del livello del mare. In realtà, esiste anche un altro importantissimo contribuito a questo fenomeno, vale a dire l’espansione termica dell’acqua.

La molecola dell’acqua ha un comportamento anomalo: ha massima densità e minor volume a +4°C. Ciò significa che, a +4°C, la molecola dell’acqua è più piccola e più densa; se aumentiamo o abbassiamo la temperatura, H2O tenderà ad espandersi, occupando un volume maggiore. Man mano che la temperatura della superficie oceanica sale, quindi, le molecole di acqua che la costituiscono si espanderanno per effetto dell’aumento di temperatura. Questo, a sua volta, genererà un aumento del livello del mare.

Nel suo 5° Assessment Report, pubblicato tra il 2013 e il 2014, l’IPCC stima che l’espansione termica dell’acqua entro i 700 metri di profondità abbia contribuito per oltre il 30% all’aumento del livello del mare registrato dal 1971 al 2010 (WG1, p. 1151). A causa della lentezza degli scambi verticali tra le acque oceaniche, questo maggiore calore accumulato dalle acque superficiali si trasferirà lentamente alle acque oceaniche più profonde, rendendo il fenomeno dell’aumento del livello del mare irreversibile per diversi secoli.

L’IPCC stima che, anche se dovessimo reagire immediatamente abbattendo con grande velocità le emissioni di CO2, il livello del mare potrebbe continuare ad aumentare per effetto dell’espansione termica dell’acqua fino alla metà del millennio (WG1, p. 1188).

Enormi sono le conseguenze sociali di un aumento del livello del mare, anche se di poche decine di centimetri: intere regioni costiere finirebbero per essere inondate, generando un numero impressionante di migranti climatici. Come saremo in grado di aiutare le persone che saranno costrette a migrare a causa dell’aumento del livello del mare? Prima riconosceremo che il cambiamento climatico non è “soltanto” un problema ambientale, ma una questione estremamente complessa che avrà tremendi effetti sulle nostre economie e sulle nostre società nei decenni a venire, meglio sarà.