Nei dintorni di una chiesa, di un porto o in centro paese: sono questi i posti dove va ricercato il gioco del filetto tra Como e Lecco. Quasi sempre inciso su pietra, il filetto era un passatempo per pescatori, pastori o gente del paese i quali utilizzavano diversi tipi di pedine per vincere la partita.

Lo schema del gioco

Il filetto è un gioco formato da 3 quadrati concentrici collegati da 4 linee mediane, formando 24 punti di incontro. Si gioca in due e ogni giocatore ha 9 pedine da disporre lungo i segmenti cercando di allinearne 3 dello stesso colore sulla stessa linea, realizzando così il filetto ed eliminando una pedina dell’avversario. Vince il primo giocatore che elimina 7 pedine dell’avversario.

Il gioco può avere nomi diversi in base alla zona, in italiano viene spesso usato anche il termino mulino o mulinello, in tedesco “Mühlespiel” e in francese “jeu de mulin” o “triple enceinte”, come in italiano triplice cinta. Nei paesi anglosassoni si chiama “nine men’s Morris” o “merels”.

Solo gioco o anche simbolo?

Molte rappresentazioni del filetto sono stata rinvenute su pareti verticali o  troppo piccoli per poter permettere di giocare, perciò si è iniziato a dubitare che la scacchiera potesse essere solo un gioco.  Sono state fatte delle ipotesi su un possibile legame coi Templari, in quanto i tre quadrati concentrici potrebbero rappresentare i tre gradi delle iniziazioni, le tre cinta di mura druidiche dei Celti o della Capitale di Atlantide o della Gerusalemme celeste.

Queste ipotesi sono confutate da come il gioco, specialmente d’azzardo con l’utilizzo dei dadi, era vissuto nel Medioevo. Tra la gente comune si diffusero tantissimi giochi e quelli più fortuiti furono i più odiati dalla Chiesa in quanto si temeva che le persone potessero tornare a pregare per una dea pagana: Fortuna.

La Chiesa provò per molto tempo ad abolire i giochi d’azzardo, ma essendo ciò impossibile, si limitò a contenerli e regolamentarli all’interno delle città e proibirli completamente ai membri ecclesiastici.

Anche il gioco del filetto fu modificato introducendo l’utilizzo dei dadi e per questo motivo si è ipotizzato che le rappresentazioni verticali su pietra del mulinello siano state appunto spostate da membri della Chiesa per non rendere più praticabile il gioco. Spesso i filetti dipinti all’interno delle chiese sono grossolani e disegnati in velocità, ecco perché si è ipotizzato che essi possano essere una piccola rappresaglia popolare o uno scherzo nei confronti della Chiesa.

Gli studiosi sono quindi favorevoli a pensare che il disegno del filetto sia solo un gioco con antichissime origini e che abbia una diffusione mondiale.

Diffusione del gioco del filetto

Il filetto o mulino ha avuto fin dai tempi antichi una diffusione molto estesa. I primi schemi di filetto sono di origine orientale e già ai tempi dei Romani il gioco del tris era descritto da Ovidio così:

‹‹…questo gioco vien fatto con tre pedine per ciascun giocatore su una piccola tavola adatta allo scopo; per vincere bisogna riuscire a portare tre pedina su una stessa linea››

Su suolo italico la più antica datazione è del primo secolo a.C, con una scacchiera ritrovata in una necropoli romana a Brindisi.

In tutto il mondo ne esistono a migliaia, al censimento mondiale del 1997 se ne contavano più di 1000 in Europa, una ventina in Africa e una quarantina in Asia.

Mulinelli nelle Province Lariane

Di rappresentazioni del gioco del filetto tra Como e Lecco ne sono state ritrovate in più punti come a Tavernerio (CO) nella piazza antistante la Chiesa di San Martino, vicino al porto di Bellano (LC) e tra le strade di Caglio (CO). Ben otto scacchiere si trovano sulla cinta in pietra del porticciolo di San Giovanni di Bellagio (CO) per intrattenere tutti i pescatori della zona; altre si trovano nel chiostro dell’Abbazia di Piona (LC) e in diversi punti della Valassina come Asso (CO) e Sormano (CO), specialmente per i pastori della zona che si intrattenevano con questo passatempo controllando il bestiame; anziani della zona ricordano che si usavano anche le feci delle pecore come pedine.

 

Chiunque ci volesse segnalare ulteriori incisioni del gioco del filetto tra Como e Lecco è pregato di farlo alla mail ilfaggiosullago@gmail.com

 

Informazioni tratte anche dal libro “Grotte del Triangolo Lariano – l’età del Ferro in Valsassina – Mulinelli del Triangolo Lariano” di Giorgio Gagliardi e Fabio Gaggia