Il primo bando vinto dall’architetto Giuseppe Terragni fu quello per la costruzione del Monumento ai Caduti di Erba (CO).
Dopo la Grande Guerra
La prima guerra mondiale, definita dal papa dell’epoca Benedetto XV “un’inutile strage”, fu uno dei più sanguinosi conflitti armati della storia dell’umanità e per ricordare i caduti che hanno combattuto e perso la vita in Italia, diversi Comuni adottarono dei provvedimenti per rendere omaggio ai loro concittadini.
Il sentimento popolare era alimentato da comitati e commissioni che promuovevano iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica e raccogliere fondi per la realizzazione dei monumenti. Una vera e propria onda dal basso che univa tante famiglie di rango sociale diverso, ma che condividevano lo stesso dolore.
Cronologia del progetto di Erba
Il 27 dicembre 1922 fu inviata a tutti i Regi Provveditori agli Studi una circolare del Ministero della Pubblica Istruzione in cui si richiedeva che
“le scolaresche d’Italia si facciano iniziatrici di una idea nobilissima e pietosa: quella di creare in ogni città, in ogni paese, in ogni borgata, la Strada o il Parco della Rimembranza. Per ogni Caduto nella grande guerra, dovrà essere piantato un albero; gli alberi varieranno a seconda della regione, del clima, dell’altitudine.”
Negli anni a seguire in tutti i Comuni saranno indetti bandi per la realizzazione di veri e propri monumenti. Tutta la Provincia comasca, la quale contava più di 9000 caduti, non fu da meno ed Erba nel 1926 chiese la realizzazione di un monumento a un giovanissimo Giuseppe Terragni.
I lavori iniziarono due anni più tardi e si conclusero con l’inaugurazione dell’opera il 29 maggio 1932.
Per la costruzione del monumento la manovalanza non mancava certamente; numerosi furono gli erbesi che aderirono al progetto recuperando tutto il materiale costruttivo necessario nei dintorni di Erba. Le pietre squadrate furono prese dalle cave di Albavilla, mentre i ciottoli degli scalini furono cavati dall’alveo del fiume Lambro e dal torrente Bova.
La scelta del luogo e dello stile
Sulla collina dominante il Pian d’Erba, utilizzata nel 1904 per la grande esposizione ortofrutticola e dove nel 1920 s’iniziò la costruzione del teatro Licinium conclusosi nove anni dopo, oggi sorge anche l’imponente Monumento ai Caduti voluto dal Podestà dell’epoca.
La scelta del luogo non fu difficile, poiché per Terragni i monumenti in onore dei caduti dovevano inserirsi nella città e rappresentarne il legame collettivo. L’architetto decise quindi di realizzare il suo monumento sul pendio già esistente per renderlo un vero e proprio elemento urbano che ricalcasse le antiche concezioni della Grecia classica. Come il Teatro Licinium, anche il Monumento ai Caduti di Erba si inserisce perfettamente nella cornice naturale grazie all’eleganza della struttura.
A differenza della tipica costruzione dei Parchi delle Rimembranze solitamente fondata sulla coppia parco e cimitero, Terragni ipotizza una sequenza di acropoli, santuario e teatro, ottenendo così una sorta di percorso rituale. Luigi Zuccoli, amico e collaboratore di Terragni, sottolineando la profonda religiosità dell’architetto, confermò che la volontà era di rappresentare il tema dell’ascensione.
Lo stesso Terragni, in una lettera a Pier Maria Bardi, definisce così il suo progetto:
“non è l’ultima opera del razionalismo, però è il primo monumento ai Caduti moderno realizzato in Italia”.
Il Monumento ai Caduti di Erba consiste in una lunga scalinata scenografica circondata da cipressi che conduce alla sommità del colle, dove si trova un sacrario circolare e terminante con una terrazza delimitata da arcate. Oggi, al centro del Monumento, vicino alla nicchia dove sono incisi i nomi del soldati caduti, si vede un vecchio cannone e due mortai a monito delle guerre passate. La frase incisa sui portali di accesso alla cripta recita “per quelli che furono, per quelli che sono, per quelli che saranno”.
L’opera di Fontana
Per la decorazione della cripta, l’architetto Giuseppe Terragni decise di incaricare Lucio Fontana, che aveva conosciuto alla galleria “Il Milione” grazie a Pietro Lingeri. Dopo una serie di bozzetti preparatori, Fontana realizza un pannello rappresentante la Vittoria e Terragni ne è molto soddisfatto, tanto che scrive al Bardi
“il primo monumento ai Caduti moderno fatto in Italia è reso prezioso da una Vittoria, altorilievo in bronzo di Lucio Fontana che bene ha interpretato il significato dell’opera architettonica, inquadrando la sua figura in linee severissime e potenti”.
Tutto l’entusiasmo di Terragni non era però condiviso dai famigliari dei caduti e dagli esponenti delle associazioni combattentistiche; il Podestà fu così costretto alla pressione dell’opinione pubblica e nel 1936 la Vittoria fu rimossa. Provvisoriamente accantonata in un solaio del Municipio, ci rimase qualche mese prima di scomparire senza lasciare traccia.
Il restauro del 2015
Nel 2015, a cento anni dall’entrata in guerra dell’Italia, il Monumento ai Caduti di Erba è stato oggetto di restauro per preservarlo dal degrado e garantirne la conservazione. Il lavoro è stato svolto da Marco Ortalli ed è stato concluso il 2 luglio dello stesso anno.
Nella vicina Villa Candiani fu allestita per l’occasione una bella mostra che raccontava grazie a foto, plastici e pannelli la scelta del luogo e dello stile.
L’immagine scelta per il nostro articolo è una vecchia cartolina che permette di godere a pieno la conformazione del Monumento ai Caduti di Erba. Per chi fosse interessato a vedere altre foto della costruzione o dell’inaugurazione consigliamo questa pagina del sito Alta Brianza.