Sul nostro bel lago esiste una sola isola, l‘isola Comacina. La sua storia è molto antica e risale addirittura all’epoca romana, quando i coloni presenti sul Lario decisero di avvalersi delle abilità di navigazione di 300 greci per costruire nuovi insediamenti nella parte centrale del lago.
Gli ellenici portarono gli ulivi, che poterono prosperare facilmente grazie al clima mitigato dal lago: da questa coltivazione deriva il nome della zona, che tutt’oggi è chiamata “Zoca de l’Oli”.
La comunità che si stabilì sull’isola erano gli “Ausuciates”, dai quali deriva il nome del borgo di Ossuccio, sulla terraferma di fronte alla Comacina.
Nel Medioevo l’importanza dell’isola fu sia religiosa sia politica-economica; lì sorgevano diverse chiese e la tradizione vuole che quella dedicata a S.Eufemia fosse stata voluta da S.Abbondio.
La sua particolarità era però di essere una piccola cittadella fortificata e indipendente da Como, anzi alleata con Milano.
Alla fine della guerra decennale tra Como e Milano, nel 1127, il capoluogo comasco venne completamente distrutto e qualche anno più tardi, grazie al sostegno di Barbarossa, iniziò a rinascere dalle sue ceneri. Nel 1169 i comaschi decisero di rivalersi sui territori che avevano affiancato Milano nella guerra e rasero al suolo completamente l’isola. Pesante fu la scomunica del vescovo Bidulfo, che tuonò:
La maledizione
“Non suoneranno più le campane, non si metterà pietra su pietra, nessuno vi farà mai più l’oste, pena la morte violenta”
Per secoli la popolazione del lago decise di non edificare niente sull’isola per paura della maledizione che colpiva chiunque cercasse di trarre profitto, fino al secolo scorso.
Nel 1919 l’isola Comacina venne ceduta per testamento al re del Belgio, il quale soltanto un anno dopo la riconsegnò allo Stato Italiano, chiedendo di creare un luogo di riposo per artisti italiani e belgi. Nel 1939 Pietro Lingeri ideò le cosiddette “Case degli artisti” in stile razionalista, tutt’oggi utilizzate per lo scopo originario.
L’isola Comacina oggi
L’isola è tuttora sotto la responsabilità dell’Accademia di Brera, incaricata di tutelarne l’interesse archeologico e la bellezza del paesaggio.
L’isola è aperta da marzo a ottobre ed è visitabile autonomamente dietro pagamento di un biglietto d’ingresso.
É possibile raggiungerla utilizzando i battelli di linea della Navigazione Lago di Como oppure delle “Lucie” motorizzate di un’attività privata da Sala Comacina.
A giugno, per la festa di San Giovanni, si può ammirare lo spettacolo pirotecnico che infiamma l’isola proprio come successe nel 1169.
Per la stagione di apertura dell’isola, i visitatori possono consumare un lauto pranzo al ristorante “Locanda” o sostare per un gelato o panino al bar gelateria “La Botte”.