Villa Amalia a Erba è una villa neoclassica realizzata da Leopold Pollack per la famiglia Marliani tra il 1798 e il 1801.
Da convento a luogo di villeggiatura
Nella frazione di Erba Alta tra il 1480 e il 1489 fu costruito il complesso conventuale francescano di Santa Maria degli Angeli con annessa la chiesa dedicata a San Antonio martire.
Come accadde per molte realtà religiose, anche questa fu travolta dalla soppressione napoleonica e il 29 giugno 1798 l’intero complesso fu alienato e messo all’asta.
Nello stesso anno Rocco Marliani, avvocato milanese, chiese il permesso di adibire una parte dell’edificio a magazzino per i propri fondi agricoli, ma grazie alla sua influenza, divenne successivamente proprietario dell’intero complesso acquistandolo per 15.116 lire.
Per estraniarsi dalla vita mondana milanese iniziò a ipotizzare un restauro completo per quel convento francescano e farlo divenire un luogo di villeggiatura per lui e la sua famiglia. Anche la chiesa era inclusa e infatti divenne di uso privato.
Pollack per Villa Amalia
Il conte Marliani voleva abbattere completamente il complesso per rendere più facile la costruzione della villa, ma un tumulto popolare gli fece abbandonare il progetto e dovette ideare una nuova ristrutturazione che decise di affidare all’architetto Leopold Pollack.
L’architetto era già famoso per alcune sue opere: Palazzo Ducale di Milano, Villa Saporiti a Como e Villa Belgiojoso a Milano e la scelta del conte Marliani ricadde facilmente sul pupillo di Giuseppe Piermarini, maggior esponente dell’architettura lombarda del Settecento.
Leopold Pollack soggiornò a Erba tra il 1799 e il 1801 per seguire da vicino i lavori e rimanere fedele alla conservazione della struttura originaria il più possibile: se con il convento ci riuscì mantenendo i muri perimetrali esterni e utilizzando un chiostro come cortile interno, con la chiesa fu molto più invasivo. Coro, cappelle laterali, altare maggiore e sacrestia furono abbattuti per ricavarne nuovi locali per il fattore e il custode.
Il giardino e gli interni della villa
Dove un tempo sorgeva l’orto, il frutteto e il cimitero del convento ora sorge uno splendido parco con azalee, rododendri e alberi imponenti come faggi, magnolie, cedri e sequoie. La moda dell’epoca ha segnato non solo la parte botanica col tipico giardino inglese, ma anche quella antropica con fontane con putti e statue raffiguranti divinità greche e romane.
Nel 1801 la famiglia Marliani s’insediò nella nuova casa che fu chiamata Villa Amalia in onore della moglie del proprietario, Amalia Masera. Per immortalare l’evento fu incisa una lapide celebrativa per la dedicazione di Villa Amalia a Erba alla nobile sposa del conte.
Tra il 1801 e il 1807 molti artisti e pittori gareggiarono per poter decorare gli ambienti interni. Una delle sale, tuttora più suggestive, è la “Sala dell’Aurora” chiamata così per la presenza della tela dipinta da Giuseppe Bossi raffigurante l’ “Aurora, Lucifiero e la Notte” che nel 1805 era stata esposta al Palazzo di Brera a Milano. Il Bossi fu anche autore delle cinque lunette monocrome e delle fasce decorative del pronao.
I successivi proprietari della villa
La villa rimase di proprietà dei Marliani fino alla morte del conte nel 1826 quando passò in mano alla famiglia Marietti, banchieri milanesi, che la usarono come propria dimora per circa dieci anni. Nel 1839, con il rientro degli Austriaci a Milano, subirono un tracollo finanziario tanto da dover mettere all’asta la villa Amalia a Erba nel 1843. Fu acquistata per 39.000 lire da Massimiliano Giovanni Rinaldo Casati Stampa, marchese di Soncino.
I Casati Stampa di Soncino pare avessero un legame genealogico con i Visconti e ciò rese la villa Amalia a Erba un ritrovo per i nobili milanesi. La villa col suo giardino divenne una tenuta agricola: si producevano ortaggi e vino che venivano inviati alla villa padronale di Milano. Molti abitanti di Erba trovarono lavoro come domestici, falegnami, muratori, agricoltori e fattori nella tenuta. Abili giardinieri furono assunti per migliorare ancora di più il parco acquistando alberi da frutto, piante ornamentali e addirittura bulbi provenienti dell’Olanda.
All’interno della casa la famiglia Casati Stampa decise di operare con molti interventi pittorici e decorativi rimuovendo il neoclassicismo per lasciare spazio ai nuovi stili come il neogotico e il rococò.
Nel 1867 il marchese Massimiliano morì e la villa fu ereditata dalla contessa Cristina Morosini, la quale ci soggiornò raramente e l’unica aggiunta che fece alla villa fu quella di posizionare due leoni di San Marco al lato della gradinata d’ingresso, stilisticamente non congrui alla facciata neoclassica.
Nel 1887 Alberto Amman, imprenditore tessile milanese, divenne il proprietario della Villa Amalia a Erba e cercò di rivitalizzare gli interni della villa che decenni di incuria avevano danneggiato. Alla morte dei coniugi Amman la villa e il cospicuo patrimonio fu ereditato dalle figlie Luisa e Fanny, quest’ultima sposò il conte Giulio Padulli, il quale adorava soggiornare nella quiete erbese tant’è che in quel periodo la villa preso il nome di Villa Padulli.
Nel 1923 la famiglia Chiesa la acquistò e si prodigò nella ristrutturazione della villa e del parco, entrambi in uno stato di degrado. Alla morte dei coniugi, i figli donarono la villa alla congregazione religiosa dei Fratelli delle Scuole Cristiane.
La villa oggi
Dal 1962 la Villa Amalia a Erba è proprietà dell’Amministrazione Provinciale di Como e ci furono diversi intenti per utilizzarla nella maniera più pratica e funzionale possibile durante tutti questi anni: Istituto Provinciale Infanzia e Maternità, Centro Nazionale di Studi Pariniani e del Settecento Lombardo, sede del liceo scientifico Galileo Galilei di Erba, sede della Comunità Montana del Triangolo lariano e infine dal 1998 ospita l’istituto magistrale Carlo Porta.
La villa e il suo splendido parco sono state spesso utilizzate per manifestazioni a tema come la Festa delle Api organizzata dal Circolo Ambiente Ilaria Alpi, mentre la chiesa, che ora è sotto la giurisdizione della parrocchia San Cassiano in Erba, ospita concerti di musica classica. Intorno al 17 gennaio di ogni anno, vicino alla proprietà, si tiene la fiera di Sant’Antonio Abate, che come molte altre ha incrociato il sacro col profano.
La villa Amalia al cinema
Molti furono gli artisti illustri che soggiornarono o frequentarono la villa di Erba e a a questi personaggi che con sé portarono pettegolezzi, ma anche molta cultura abbiamo dedicato un altro articolo.
Dobbiamo dedicare spazio alla settima arte che, in quel dell’erbese, si è lasciato ammaliare dalla splendida villa Amalia di Erba. Nel 1974 alcune scene del film “Allonsanfan” dei fratelli Taviani, con protagonisti Marcello Mastroianni e Lea Massari, alle quali parteciparono anche alcuni abitanti di Erba come comparse, furono girate nel parco della villa.
Alcune sequenze del film sono ambientate anche presso la Cascina Campomarzo di Merone e la strada che conduce a Costa Masnaga tagliando per i campi, mentre la scena della barca fu girata sul lago di Alserio.