Uno dei proverbi dialettali lombardi, forse tra i più conosciuti, ancora intrisi di un retaggio contadino è

Quant ul Buleton al gh’à ul capèl, mola la ranza e ciapa ul restèll”

In passato la previsione del tempo era affidata alla saggezza popolare e ai numerosi proverbi che erano frutto di una osservazione rispettosa ed attenta del clima di una regione. Oggi, in un periodo di previsioni basate sui modelli di simulazioni e sui satelliti, tutto questo ci fa un po’ sorridere anche se ci sorprende ancora vedere come spesso i proverbi la dicano giusta.

Letteralmente significa “Quando il Bollettone ha il cappello (di nubi), metti via la falce e prendi il rastrello” ossia meglio smettere di tagliare l’erba, ma iniziare a fare covoni di quello che si è già tagliato perché verrà a piovere.

Stiamo scrivendo da Albese con Cassano (CO) e quindi il proverbio è legato al monte più vicino, il Bolettone per l’appunto, ma in tutta la zona lariana e valtellinese si trovano proverbi simili. Ogni paese dell’Alta Lombardia ha la sua montagna di riferimento (Legnone, San Primo, Grigna, Resegone, Galbiga, Monte Barro…)

Una differenza si può notare con il monte più vicino a Como, il Bisbino, in quanto il modo di dire cambia leggermente:

Quant el Bisbin el gh’à el capel, chi de Com portèn l’umbrell” – Quando il Bisbino ha il cappello, quelli di Como portano l’ombrello

Importante è la differenza di terminologia, se in brianza e nelle valli si usano parole contadine come “ranza” e “restèll”, per Como si parla solo di “umbrell” come a sottolineare che il capoluogo di Provincia è sempre stata un luogo per signori e mai per contadini.

Riguardo il meteo ce ne sono davvero tantissimi di proverbi, un’altra versione del primo analizzato è

“Quant al San Prim al gh’à sü al capell o al pioeuf o al fa bel”  – Quando il San Primo ha il cappello, o piove o fa bello

S’intende che se si vedono delle nubi vicino alla vetta della montagna il tempo sarà variabile e quindi bisogna essere pronti a tutte le possibilità. Sia che si vada in quota per una passeggiata, per falciare l’erba o per tagliare la legna, le persone sono avvertite che se le nubi son presenti si dovrebbe ripensare all’attività da svolgere o andare molto preparati.

Sul lago di Como esistono molti detti, noi ne abbiamo scelti solo alcuni. Dalla parte di Como abbiamo, partendo da sud e procedendo verso nord dalla parte soliva del lago:

“Chi de Laj l’è mej pèrdei che truvaj” – quelli di Laglio , meglio perderli che trovarli
“A Colònn bruta la tera e anca pèsc i dònn” a Colonno, la terra è brutta e le donne sono peggio”
“A Sala sta bèn qui del paes, ma se riva on forestè, la pelèn come san Bartolomè” – a Sala (Comacina) quelli del paese stanno bene, ma se arriva uno straniero lo spellano come San Bartolomeo”
“Tremezzin, tre parol e fò el fulcin” – in Tremezzina, dopo tre parole tirano fuori il falcetto

Passando dal lato orientale del ramo di Como incontriamo una verità:

“Lescèn de la mala fortuna; d’invernu senza il so, d’està senza la luna” Lezzeno è sfortunato, d’inverno senza sole e d’estate senza luna”

A Lecco sono sempre stati dei gran lavoratori, infatti si dice

“Chi de Lecch quand nassen invece de fa ‘oè ‘oè disèn ‘danè ‘danè” – quelli di Lecco, quando nascono invece di dire “uhe uhe” dicono “soldi soldi”.

Volendo spostarci ancora a nord, ma sul ramo di Lecco, troviamo le rinomate cittadine rivierasche che si riempono di turisti, infatti :

“Varenna per cantà, Belàn per ciocà, Derì per balaà” – Varenna per cantare, Bellano per ubriacarsi e Dervio per ballare
“Chi voeur pruà i pen de l’infernu, a Varenna d’està e a Belan d’invernu” – chi vuole provare le pene d’inferno, vada a Varenna d’estate e a Bellano d’inverno.

Infine, arrivati all’estremo nord del lago, svoltiamo verso la Valtellina e troviamo

Chi de Valtulina: scarpa grossa, crapa fina”  – quelli della Valtellina, lavoratori un po’ rozzi, ma anche astuti.

Se siete interessati a sapere qualcosa di più sulla splendida lingua dialettale che ormai sta andando in disuso, vi consigliamo di seguire la pagina Impariamo la lingua lombarda e se volete migliorare la comprensione della lingua scritta potete sempre leggervi wikipedia in Lombardo. Vi proponiamo a titolo di esempio una pagina scritta da noi su uno dei personaggi sportivi più grandi del XX secolo, che il 1 maggio di 26 anni fa morì tragicamente a Imola: Ayrton Senna https://lmo.wikipedia.org/wiki/Ayrton_Senna

Rimanete curiosi, finché ci sarà gente che parla il dialetto chiedete i termini corretti, è molto interessante vederne i cambiamenti anche a pochi chilometri di distanza.